L’assegnazione degli organi – cioè la decisione di quale tra i pazienti in lista di attesa ha diritto di essere trapiantato ogni volta che c’è un organo disponibile – è una questione delicata ed attuale.
La trasparenza nell’assegnazione degli organi è un concetto fondamentale: anche a distanza di anni, i criteri che hanno fatto decidere per l’uno o per l’altro paziente debbono essere chiari e riconoscibili. Deve esserci uniformità tra le varie procedure utilizzate: tutte le scelte vanno operate secondo criteri univoci. Il trapianto deve inoltre soddisfare il più possibile due criteri: quello dell’equità, cioè non deve operare discriminazioni di nessun tipo tra le diverse categorie di pazienti in lista di attesa, e quello della beneficialità, cioè deve fare in modo di utilizzare al meglio una risorsa scarsa e preziosa come quella degli organi da trapiantare.
I criteri di assegnazione sono diversi per tipologia di organo, privilegiando in alcuni casi le variabili immunologiche ed in altri quelle di urgenza clinica.
Il Tempo medio di attesa in lista e il Tempo medio di attesa al trapianto possono essere diversi.
Ciò dipende da molteplici fattori, tra cui la disponibilità degli organi, la compatibilità tra donatore e ricevente e l’urgenza del trapianto.
L’attesa media in lista indica da quanto tempo i pazienti sono iscritti in lista d’attesa mentre il tempo medio di attesa al trapianto indica, per i pazienti che sono stati trapiantati, quanto tempo è trascorso dalla iscrizione in lista al trapianto. Solitamente il tempo d’attesa al trapianto è minore di quello in lista perché i pazienti più gravi vengono trapiantati più rapidamente. Ad esempio, come nel caso dei trapianti di rene, può accadere che un paziente in attesa non sia più in grado di sostenere la dialisi, per cui il mancato intervento ne comporterebbe il decesso. Viene quindi applicato il principio dell’urgenza che può ridurre anche in modo considerevole il tempo medio di attesa al trapianto.
D: Quali sono i fattori che determinano la disponibilità degli organi?
R: Sono molteplici. Ad esempio, un criterio importante è dato dall’età del donatore: i polmoni di un uomo di 70 anni saranno più “usurati” rispetto a quelli di un giovane e difficilmente sarà possibile trapiantarli. Lo stesso vale per il cuore.
A questo si aggiunga che, anche grazie alle nuove norme in fatto di sicurezza stradale, l’età media dei donatori si è molto elevata, per cui sono meno gli organi donati da pazienti giovani deceduti in incidenti stradali. Questo significa che la disponibilità di cuore e polmoni è minore rispetto a quella altri organi.
D: Che cosa si intende per compatibilità tra donatore e ricevente?
R: In primo luogo, la compatibilità del gruppo sanguigno. Ma ci sono anche altri criteri, come il peso e l’altezza. Per alcuni organi quali il rene, la compatibilità immunologica è un criterio fondamentale.
D: Che cosa determina l’urgenza?
R: Bisogna per prima cosa distinguere tra organi “salva vita”, come il fegato, il cuore o i polmoni e organi come i reni, che normalmente non sono considerati “salva vita”, in quanto il paziente in attesa del trapianto è dializzato.
Ci sono tuttavia dei casi in cui non è più possibile fare la dialisi e quindi si rende indispensabile trapiantare il prima possibile.
D: Esistono degli organi per cui il tempo medio di attesa è minore?
R: Si, da qualche anno, ad esempio, il fegato. Prima di tutto perché la lista d’attesa si sta riducendo grazie alla introduzione nel 2012 di nuovi farmaci in grado di curare l’epatite C che sino a poco tempo fa rappresentava circa il 50% delle richieste di trapianto di fegato. Inoltre, negli ultimi anni, sono state ampliate le indicazioni per accedere alla richiesta di urgenza.
D: E per gli organi “salva vita”?
R: Soprattutto per questi casi, il criterio di scelta principale è rappresentato dall’urgenza. Viene cioè data la priorità a quei pazienti che hanno un rischio molto elevato di morire senza trapianto. Per questo genere di trapianti si attinge ad una graduatoria nazionale, mentre nei casi con minor rischio di vita per il paziente la scelta è regionale o multiregionale. Il nostro Coordinamento Trapianti è multi-regionale, in quanto raggruppa le 5 maggiori regioni del Nord Italia.
D: Esiste un rischio di “contagio” connesso all’organo del donatore?
R: Si. Al riguardo esistono delle linee guida molto precise che definiscono i donatori a rischio “standard” o “non standard” di trasmettere qualche patologia al ricevente. La probabilità di trasmissione di una patologia dal donatore e l’opportunità del trapianto sono sempre e comunque valutate in termini di beneficio per il ricevente. Peraltro, i riceventi vengono sempre informati di questa possibilità che possono non accettare senza perdere la propria posizione in lista d’attesa.
D: Che cosa si intende per donatore “a rischio standard”?
R: Semplificando, sono considerati a rischio standard quei donatori per i quali non emergono nel periodo di osservazione fattori di rischio come neoplasie, infezioni o altre problematiche. Va però chiarito che il rischio “zero” non esiste mai, perché l’équipe medica non ha un paziente al quale per giorni è possibile fare tutti gli esami. Esiste un tempo entro il quale è possibile fare una serie di indagini che, se pur molto accurate, restano limitate.
D: Che cosa si intende per donatore “non standard”?
R: Sono considerati a rischio “non standard” i donatori che presentano un fattore di rischio noto, come ad esempio i pazienti che hanno avuto l’epatite B e ne sono guariti. In questi casi, specie se si tratta di donazione di fegato, anche se non elevato, esiste comunque un fattore di rischio potenziale. Naturalmente il ricevente viene informato del rischio potenziale e può accettare o rifiutare la donazione.
Come funziona l’iscrizione in base all’organo
Sulla base di indicazioni nazionali, suddivise per singolo organo, ogni Centro Trapianti valuta l’idoneità clinica del paziente e cura la sua iscrizione. Il Centro Trapianti è anche responsabile dell’aggiornamento della lista d’attesa per il programma che gestisce. Il numero di iscrizioni consentite varia a seconda della tipologia di trapianto.
Rene
Ogni paziente adulto può iscriversi in due liste di attesa: la prima in un centro trapianti della regione di residenza, la seconda in un altro centro.
Fegato, cuore, polmone, pancreas
Ogni paziente può iscriversi in un solo centro trapianti del territorio nazionale di sua libera scelta.
Intestino
Ogni paziente può iscriversi in uno dei centri autorizzati sul territorio nazionale: il policlinico Sant’Orsola di Bologna e l’Ospedale Papa giovanni XXIII di Bergamo (per i pazienti pediatrici).
Per i pazienti pediatrici (fino al compimento del diciottesimo anno di vita) esiste un’unica lista di attesa a carattere nazionale, gestita dal Centro Nazionale Trapianti Operativo. Fanno capo a questa struttura anche i programmi di trapianto per le urgenze, gli iperimmuni (pazienti di difficile trapiantabilità per via di un’elevata risposta immunitaria) e le eccedenze (organi che non trovano allocazione nella regione del donatore e che, proprio per questo, sono offerti a livello nazionale).
Vuoi saperne di più sulla tua lista d’attesa?
L’équipe del Coordinamento Trapianti del Policlinico fornisce, su appuntamento, counselling ai pazienti in attesa di trapianto.
Per appuntamenti:
02 55034015
segrenipt@policlinico.mi.it